siete tutti invitati ad assistere ad una delle ultime produzioni di Ronzinante, che verrà ospitata nel rinomato festival organizzato da Teatro Invito:
Venerdì 5 Settembre ore 23,00
Antica Chiesa - Perego (LC)
"E FU SERA E FU MATTINA"
di Claudio Corbetta
Regia di Michele Fiocchi e Claudio Corbetta
Con Stefano Panzeri
Musiche di Marco Redaelli
Nella cultura ebraica classica, esiste un momento che segna il passaggio tra l’adolescenza e la maturità; è un rito che si compie a 13 anni, il Bar Mitzvah: la persona deve dimostrare di saper leggere correttamente il Libro Sacro, la Bibbia, e saperlo commentare.
Mi sono chiesto: e se la persona è cieca? Come accede al rito di passaggio? Più in generale, come può compiere il suo percorso formativo, all’interno di una cultura che si fonda su una tradizione fissata da sempre e tramandata in forma chiusa?
Da questo spunto tematico sono partito per sviluppare il tema della “formazione”, intesa nella doppia valenza di conoscenza del mondo e di costruzione di una propria identità, che è inevitabilmente anche ricerca di senso e può arrivare ad essere vicenda di sofferenza e di conflitto.
Ho approfondito la cultura ebraica classica, non tanto nei suoi aspetti teologici, quanto nella poesia dell’Antico Testamento, dove si esprime un sentimento religioso che ha il suo fondamento nella mancanza, nell’attesa, nella domanda: un sentimento di religiosità irrisolta.
Ho trovato nelle Scritture un repertorio di immagini e figure (il deserto e la città, la casa e la tenda, il sonno e la veglia, il padre e la madre, la sabbia e la pietra…) e le ho usate, come suggestione, per ricostruire le tappe della vita di un uomo al quale è negato un rapporto diretto con la parola scritta e quindi con la cultura di appartenenza.
Ripercorriamo il “cammino di un uomo”, dalla tenebra alla luce, dal disordine – la vista è il senso ordinatore per eccellenza – alla consapevolezza, dalla scrittura sulla sabbia alla memoria autentica della Parola.
Mi sono chiesto: e se la persona è cieca? Come accede al rito di passaggio? Più in generale, come può compiere il suo percorso formativo, all’interno di una cultura che si fonda su una tradizione fissata da sempre e tramandata in forma chiusa?
Da questo spunto tematico sono partito per sviluppare il tema della “formazione”, intesa nella doppia valenza di conoscenza del mondo e di costruzione di una propria identità, che è inevitabilmente anche ricerca di senso e può arrivare ad essere vicenda di sofferenza e di conflitto.
Ho approfondito la cultura ebraica classica, non tanto nei suoi aspetti teologici, quanto nella poesia dell’Antico Testamento, dove si esprime un sentimento religioso che ha il suo fondamento nella mancanza, nell’attesa, nella domanda: un sentimento di religiosità irrisolta.
Ho trovato nelle Scritture un repertorio di immagini e figure (il deserto e la città, la casa e la tenda, il sonno e la veglia, il padre e la madre, la sabbia e la pietra…) e le ho usate, come suggestione, per ricostruire le tappe della vita di un uomo al quale è negato un rapporto diretto con la parola scritta e quindi con la cultura di appartenenza.
Ripercorriamo il “cammino di un uomo”, dalla tenebra alla luce, dal disordine – la vista è il senso ordinatore per eccellenza – alla consapevolezza, dalla scrittura sulla sabbia alla memoria autentica della Parola.
Per ulteriori informazioni www.ultimaluna.net
Per i prossimi appuntamenti di Ronzinante www.ilblogdironzinante.blogspot.com